La ricerca di Carr venne svolta in cinque diversi contesti della prima infanzia (fascia di età 0-6). Gli operatori, negli anni, raccolsero le osservazioni che riportavano uno o più ambiti delle disposizioni all'apprendimento (vedi QUI), esaminando una serie di Storie per ogni bambino e identificando poi un modello narrativo: queste storie venivano conservate in una cartella o in un portfolio. Spesso comprendevano fotografie, fotocopie dei lavori degli alunni e le annotazioni dei loro commenti. I cinque centri in cui si svolse la ricerca iniziarono ad avere un proprio formato per scrivere le Storie di Apprendimento, le rileggevano seguendo scadenze regolari e pianificavano i progressi in svariate maniere. Inizialmente, gli insegnanti e gli operatori tendevano a porre l’attenzione su un ambito per volta, tuttavia nel tempo notarono come queste azioni potessero essere sovrapposte, come nel caso dell’interesse e del coinvolgimento, oppure poste in sequenza. Troviamo dunque, in progressione: (Per approfondire, vedi QUI)
Carr (2001), leggendo gli episodi trascritti dagli operatori coinvolti nella ricerca, individuò alcuni aspetti favoriti dalla scrittura delle Storie di Apprendimento.
Durante la sperimentazione sull'uso delle Storie di Apprendimento, si notò come esse fossero costantemente al centro dell’attenzione degli operatori. Le Storie riuscivano a fornire delle basi per l’insegnamento e contribuivano all'apprendimento dei bambini evidenziando ambiti e azioni ai bambini stessi e alle loro famiglie. Gli insegnanti, per valutare, interpretavano l’apprendimento in quattro modi: DESCRIVEVANO, DOCUMENTAVANO, DISCUTEVANO, DECIDEVANO.
I principali scopi delle discussioni sono stati: - Lavorare al consenso sull'oggetto della valutazione, ovvero le disposizioni all'apprendimento. - Discussioni sulla trasmissione ai bambini di un apprendimento di valore; - Sollecitare i punti di vista dei bambini sul loro processo di apprendimento; - Coinvolgere le famiglie.
Per mostrare i cambiamenti avvenuti all'interno dei servizi coinvolti, Carr porta l’esempio del passaggio da un modello basato sulle carenze ad uno basato sulle risorse, con le relative prime Storie di Apprendimento. Le osservazioni riguardano Bruce, un alunno di quattro anni particolarmente aggressivo: prima il bambino veniva valutato mediante una checklist che indicava abilità e lacune. “Gli insegnanti iniziarono a utilizzare le categorie della cornice delle Storie di Apprendimento per documentare le occasioni in cui Bruce mostrava interesse e coinvolgimento, perseverava nelle difficoltà, esprimeva il suo punto di vista in modi accettabili e si assumeva responsabilità. Restava sempre l’aggressività da gestire, ma iniziarono ad apparire le storie di seguito riportate.”[6] Storia di Apprendimento n.1 Louise e Bruce hanno messo al sole sul prato i materassini e hanno discusso per decidere su quale materassino ciascuno di loro si sarebbe sdraiato. Bruce: (a Louise) Io sono il papà. Louise: No, Jeanie fa il papà. (Bruce va da Jeanie e si avvicina con la faccia a quella di Jeanie) Jeanie: Io faccio il papà Bruce: Ci possono essere due papà. Jeanie: No. Bruce: allora io faccio l’amico, eh? (Il suggerimento sembra accettabile a Jeanie e a Louise (Non rispondono “No”) e i tre giocano insieme amichevolmente per un poco di tempo). La storia evidenzia come Bruce metta in atto la capacità di negoziare (“Ci possono essere due papà” e “Allora faccio io l’amico, eh?”). Gli insegnanti sono fiduciosi che questa capacità si sviluppi e si ampli ad altri contesti oltre ai giochi socio-drammatici. Storia di Apprendimento n.2 Bruce crede (forse giustamente) che Amy lo abbia graffiato: le dice che questo non gli piace, la rincorre e spiega a Milly (un’insegnante) che lui non ha picchiato Amy. [Sia Milly che un’altra insegnante hanno confermato la versione]. Gli insegnanti scrivono in questa storia una delle prime volte in cui il bambino tiene il suo comportamento sotto controllo: ecco che appare l’assunzione di responsabilità. Storia di Apprendimento n.3 Bruce chiede ad Annie, un’insegnante, di fare da guardia alle sue costruzioni e ai suoi animali giocattolo e Annie cerca di farlo. A un certo punto Bruce dice: “Annie, va bene, si sono fatti la guardia da soli!” Bruce sta iniziando ad alzare la mano oppure ad andare da un adulto per richiedere attenzione invece di causare una situazione inaccettabile. Storia di Apprendimento n.4 Questa mattina Bruce ha annunciato: “Sono un pirata buono… e salvo la gente!” Gli insegnanti, rileggendo le Storie, notarono che Bruce si esprimeva e comunicava in modi accettabili e si assumeva la responsabilità delle sue azioni. Durante le riunioni tra colleghi, le Storie vennero condivise e discusse, progettando dei tentativi per favorire queste occasioni positive osservate: gli insegnanti iniziarono ad aiutare il bambino ad elaborare questi racconti che lo riguardavano, in modo da favorire una negoziazione pacifica con i compagni. Gli insegnanti documentarono gli episodi positivi, condividendoli tra loro e raccontandoli a Bruce e alla sua famiglia. La documentazione mediante le Storie era diventata per gli insegnanti parte del processo con cui loro conoscevano i bambini, progettavano e costruivano una vera comunità di apprendimento, ma non solo: i bambini erano diventati partecipanti attivi alle Storie, dal momento che gli insegnanti condividevano con loro i materiali all'interno di un processo virtuoso basato sulla co-costruzione dei significati e sull’intersoggettività (Bruner, 1996). La documentazione, inoltre, forniva un feedback alle famiglie sul benessere e l’apprendimento dei loro figli, offrendo ai genitori la possibilità di restituire i propri pensieri. Scritto da: Miria Biasizzo Prosegui con la lettura… Per approfondire… Lettura consigliata:
[1] James M. & Gipps C. (1998), The Curriculum Journal, 9, 3, pp.285-297 [2] [3] [4] [5] [6]Carr, M. (2001), Le storie di apprendimento, Documentare e valutare nei servizi per l’infanzia, Edizioni Junior - Spaggiari, Parma.
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